Cari amici e cari soci,
la consueta gita dei tre giorni quest’anno ci ha portato a visitare uno degli angoli più caratterstici delle Dolomiti, il gruppo dell Odle.
Come sempre l’impegno richiesto al nostro apparato digestivo è stato pari a quello richiesto al fisico per superare dislivelli e ferrate e chi ci ha accompagnato per la prima volta a lungo rimarrà scosso alla vista di formaggio e salame…
Il ritrovo con gli amici piemontesi al posteggio di Selva di Val Gardena è, ovviamente, la prima buona occasione per festeggiare e nessuno di noi si tira indietro.
Smaltite le prime scorte iniziamo a percorrere la Vallunga, in direzione del rifugio Puez.
Il meteo inizialmente sembra fare un po’ i capricci e una pioggerellina leggera rinfresca il nostro cammino. Il morale è comunque alto (ricordarsi sempre che “mucca su mucca non vale!”) e siamo attrezzati, con stile, per ogni evenienza!La salita viene superata agevolmente da tutti, esce un timido sole e ben presto siamo al rifugio Puez, sovrastato dall’omonimo Col Puez.
Dopo una breve pausa ristoratrice
parte del gruppo si dedica alle discipline orientali
mentre un manipolo di coraggiosi affronta con determinazione la salita al Col Puez conquistandolo con rapido e sicuro passo.
Il secondo giorno si preannuncia bello e soleggiato. La notte è passata, nel bene o nel male a seconda del vicino di letto, e il gruppo si presenta puntuale per la foto di rito davanti al rifugio.
Un panorama mozzafiato ci accompagna verso la forcella Nives, ma un vento gelido non ci dà tregua e non si trova un angolo che non sia sferzato da quei maledetti refoli.
Poco prima dell’ultima rampa verso la forcella, il capogita trova un posticino riparato e subito si prepara la merenda. Che siano appena le nove di mattina ha poca importanza e il banchetto è completo!Raggiunta la cresta che porta verso la forcella il panorama si apre sia verso sud e il Col Dala Pieres
che verso ovest in direzione delle Odle, Sas Rigais e La Furcheta.
Da forcella Nives fino alla vetta di Piz Duleda (2909 m) avviene rapida e sempre battuta dal vento. Una veloce foto di vetta
e si torna alla forcella Nives proseguendo poi in direzione di forcella della Roa. Un breve tratto attrezzato ci vede coinvolti in un ingorgo con un gruppo di austriaci provenienti in direzione opposta e contraria.
Fortunatamente il nostro valoroso vice-capogita impartisce ordini in entrambe le lingue ed esorta a “defluire con ordine” fino a quando l’empasse non viene risolta. Il tempo di fare la pausa pranzo e la discesa prosegue senza intoppi nella bella vallata Ncisles fino al rifugio Firenze.
La serata passa in allegria e ci si prepara per la notte nel camerone tutti assieme accompagnati dall’enrosadira sui monti attorno al rifugio.La terza giornata si preannuncia come la più impegnativa e i concerti notturni non aiutano alla massima conentrazione. Non per questo la puntualità deve venire meno e alle otto siamo pronti per la partenza verso la ferrata di Sas Rigais.
Oggi si viaggia leggeri, dato che al ritorno si passa nuovamente per il rifugio Firenze…
la salita verso l’attacco della ferrata prevede il superamento di un lungo ghiaione ma la fatica è abbondantemente ricompensata da una bellissima via ferrata, molto appigliata e con passaggi inseriti con molta naturalezza lungo la via di salita.
Raggiunta la vetta prima della foto ci si deve rifocillare, va bene viaggiare leggeri ma proprio non lo vogliamo portare qualche genere di prima necessità?
Recuperate le forze è l’ora della foto sulla sommità (3025 m) e poi subito pronti a scendere, la strada da fare è ancora lunga!
Sembra un salto nel vuoto ma la via c’è.
Una meritata pausa radler e birra al rifugio risulterà essere solo il preludio…
… al banchetto finale sul prato di fronte al rifugio Juac poco prima di terminare la discesa.
La lunga giornata ed anche la bella gita è finita, la notte ci accoglie durante il ritorno verso casa.
TORNAIT